Tendenze

Negozi a zero spreco: la rivoluzione anche in Italia

Negozi a zero spreco sempre più diffusi. Qui si vende tutto sfuso, dai dispenser. Si va dalla pasta alla farina, dalle verdure ai detersivi. Viene eliminato quindi il packaging, che si tratti di carta o plastica, e aiutando così a ridurre gli sprechi e la quantità di rifiuti prodotti.

Anche in Italia la tendenza si afferma. Una delle catene più diffuse è Negozio Leggero, nata a Torino nel 2009 dall’ente di ricerca ambientale Ecologos. Il primo punto vendita nel capoluogo del Piemonte ha festeggiato il 18 aprile dieci anni di vita. Oggi la catena ha 15 punti vendita. La maggior parte in Piemonte e Lombardia, poi 2 a Roma, uno a Palermo e uno in Svizzera, a Lugano. Negli anni ha saputo crearsi una nicchia di clientela molto motivata dal punto di vista ambientale, che vuole ridurre l’inquinamento da plastiche eliminando gli imballaggi. E’ riuscita anche a internazionalizzarsi, aprendo, la scorsa estate, un negozio a Parigi, in zona Republique.

Ecologos studia e seleziona i 1.500 prodotti alimentari e per l’igiene della casa e della persona venduti nei negozi, che vengono offerti sfusi, alla spina o con il vuoto a rendere. Sono tutti prodotti biologici o a ridotto impatto ambientale. I clienti arrivano nel negozio con i loro contenitori e li riempiono, oppure ne acquistano uno che riutilizzeranno. Gli alimentari vengono venduti anche in sacchetti di carta, mentre per shampoo e bagnoschiuma si usa il vuoto a rendere. In questo modo si eliminano tutti gli imballaggi di plastica, che intasano le pattumiere di chi compra al supermarket e finiscono spesso nell’ambiente.

A Milano, tra le prime città ad abbracciare la tendenza dei negozi dello sfuso ha fatto intanto un passo avanti. A gennaio, al quartiere Isola, è partito il progetto “ZeroSprechi”. E’ una sorta di hub per stoccare e recuperare alimenti da destinare poi alle persone più indigenti. All’incirca 70 tonnellate di scarti all’anno potrebbero essere recuperate dalla raccolta delle eccedenze alimentari provenienti dalle aziende che hanno aderito al progetto, ovvero 4 mense aziendali e 15 supermercati. L’iniziativa coinvolge il Comune di Milano, Assolombarda e il Politecnico, che mapperà per 12 mesi l’esperimento, per capire se è riproducibile anche in altri quartieri. Alle imprese che doneranno cibo, sarà applicato uno sconto del 20% sulla Tari.

Per chi volesse fare una spesa con borse a spreco zero è questione di tempo. Le nuove tendenze dell’eco design vanno proprio in questa direzione. Come nel caso del progetto della ricercatrice dell’università di Bolzano Emma Sicher, “From Peel to Peel”. E’ una sperimentazione per creare borse monouso a base di una cultura simbiotica di batteri e lieviti a cui si aggiungono scarti di frutta e vegetali,così da far nascere vari colori nel prodotto finale.

Redazione

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