La presenza di una donna chirurgo nel team che conduce gli interventi diminuirebbe i rischi di complicazioni e di morte tra i pazienti. E’ quanto emerge da uno studio canadese che ha analizzato gli esiti di 700 mila operazioni chirurgiche in 88 ospedali dell’Ontario tra il 2009 ed il 2019. L’analisi, pubblicata sul British Journal of Surgery, ha confrontato il tasso di complicazioni e decessi in seguito ad interventi invasivi nei casi in cui donne chirurghe o anestesiologi erano parte delle equipe di intervento. Nei casi in cui erano presenti gli specialisti dei due sessi (con una percentuale di donne del 35% almeno) è stato osservato il 3% in meno di rischi di complicazioni gravi nei mesi successivi alle operazioni. Vari altri precedenti studi – osserva quest’ ultimo rapporto – hanno rilevato particolari benefici, in termini di meno complicazioni, per le categorie di malati più vulnerabili (anziani e donne) trattati da medici di medicina interna donne. Secondo gli esperti, questo dipenderebbe anche dal fatto che i medici donne investono più tempo nel dialogo e nelle visite coi pazienti, raccogliendo così più informazioni sulla loro salute dei colleghi maschi e implementando anche cure preventive.
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