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Curcuma: i benefici dello zafferano delle Indie

Curcuma è un termine derivante dalla lingua persiana-indiana. Esattamente deriva da Kour Koum. La curcuma è infatti conosciuta come Zafferano delle Indie. La pianta è simbolo di prosperità. In alcune aree del mondo infatti le giovani spose il giorno del matrimonio si tingono i capelli con la sua polvere gialla.

Per parecchio tempo la curcuma è stata usata come colorante in tintoria. Le donne indiane facevano uso della polvere di curcuma come pigmento per i prodotti di maquillage sfruttando così le sue proprietà eudermiche.

La curcuma: cos’è

Si tratta di una pianta della famiglia delle Zingiberaceae. E’ un potente antiossidante e antinfiammatorio. La curcuma svolge un’azione coleretica, depurativa e colagoga, utile per il fegato e la colecisti.

Il sapore è molto volatile ma il colore si mantiene inalterato nel tempo. Ecco perchè è una sostanza di largo impiego nel ramo alimentare come colorante. Si usa infatti nella mostarda, nel formaggio, nei brodi in scatola, nello yogurt.

La pianta nasce in modo spontaneo in India e in Malesia, in regioni a clima tropicale. Necessita infatti di temperature comprese tra 20 e i 35 gradi e con elevata piovosità. La curcuma è presente in tantissime aree tropicali o subtropicali soprattutto in Asia e in Africa.

La curcuma in cucina

Viene usata nella cucina del sud est asiatico e in quella medio orientale. Per ottenere la spezia, si fanno bollire le radici per diverse ore. In seguito vengono essiccate in grandi forni. Quindi sono schiacciate sino ad ottenere una polvere giallo ocra molto diffusa nella cucina dell’Asia meridionale e come ingrediente principale del curry.

Per gli indiani la polvere di curcuma è anche uno degli ingredienti del masala, a cui dona il colore giallo intenso. La curcuma si trova in parecchie ricette asiatiche, ad esempio nel piatto nepalese momos – gnocchi a base di carne – o il tailandese kaeng tai pla – curry con gamberi e pesce -.

La dose ideale è composta da un paio di cucchiaini da caffè al giorno. Si può aggiungere a fine cottura di molti alimenti. Si possono impreziosire diversi yogurt. La curcuma va assunta con il pepe nero o il tè verde per facilitarne l’assorbimento. Anche l’abbinamento a qualche grasso (olio d’oliva, burro) facilita l’assimilazione dei suoi principi attivi.

Curcuma: quali sono i benefici

E’ anche una pianta curativa molto sfruttata sia nella medicina ayurvedica e nella medicina tradizionale cinese. Si usa soprattutto come integratore alimentare naturale per la capacità di contrastare i processi infiammatori all’interno dell’organismo.

La pianta è conosciuta da sempre per l’azione depurativa. Ha anche un’azione coleretica – stimolante la produzione di bile da parte del fegato – ma anche colagoga  – favorisce lo svuotamento della colecisti, aumentando l’ afflusso di bile nel duodeno. La curcuma è un epatoprotettore, stimolante delle vie biliari, antiossidante, fluidificante del sangue.

La curcumina è il principio attivo più importante. Studi recenti hanno dimostrato avere proprietà antitumorali in quanto è in grado di bloccare l’azione di un enzima ritenuto responsabile dello sviluppo di diverse tipologie di cancro. Il principio attivo conferisce alla curcuma anche un’azione antinfiammatoria e analgesica. Infatti è impiegata nel trattamento di dolori articolari, infiammazioni, artrosi e artrite.

E’ anche un potente antiossidante. La pianta infatti può contrastare l’azione dei radicali liberi, responsabili dei processi di invecchiamento e di danneggiare le membrane delle cellule dell’organismo.

La curcuma svolge un’azione cicatrizzante. In India viene applicato il rizoma sulla cute per curare scottature, ferite, punture d’insetti e malattie della pelle.

Redazione

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