Salute

Chi indossa gli occhiali è più intelligente

Uno studio conferma che chi indossa gli occhiali è più intelligente. E’ quanto emerge dalla ricerca della University of Edinburgh. Lo studio è stato pubblicato su una rivista scientifica prestigiosa come Nature Communications.

Il rapporto tra occhiali e intelligenza

Lo studio dell’università della Scozia è il più articolato ad oggi effettuato su basi genetiche dell’intelligenza. Lo studio ha individuato un rapporto tra occhiali o lenti a contatto e funzioni cognitive. Le persone intelligenti hanno un terzo di probabilità in più di essere portatori di occhiali.

L’indagine è stata guidata dallo statistico genetico Gail Davies. Lo staff ha raccolto informazioni genetiche su più di 300 mila soggetti. Sono stati analizzati database genomici. I partecipanti hanno presentato campioni di sangue o tessuti per l’analisi del DNA. Le persone hanno risposto a questionari. Si si sono sottoposti a test per misurare le loro capacità cognitive.

I risultati dello studio

Gli scienziati hanno individuato 148 regioni del genoma associate alle funzioni cognitive generali. Tra cui 58 siti genomici che non erano stati in precedenza collegati con l’intelligenza. Si è notato che chi mostrava un’intelligenza maggiore aveva anche, rispetto agli altri, il 28% in più di probabilità di avere bisogno di occhiali o lenti a contatto. Aveva il 32% in più di probabilità di essere miope.

Le persone più intelligenti hanno meno probabilità di soffrire di ipertensione o di subire attacchi cardiaci, angina, cancro ai polmoni o artrosi. La maggiore capacità cognitiva risulta connessa a minori probabilità di contrarre disturbi depressivi (30% in meno) e maggiori probabilità di vivere più a lungo (17% in più).

Le funzioni cognitive

Le conclusioni sugli occhiali sono una parte di uno studio genetico molto ampio sulla funzione cognitiva. Sono state infatti individuate 150 regioni genetiche collegate alle funzioni del pensiero. E’ stato dimostrato il peso dei geni nell’ereditarietà delle capacità di pensiero. I dati emersi serviranno agli scienziati per comprendere meglio i meccanismi dell’intelligenza.