Attualità

Tafofobia, una paura che percorre i secoli

Al giorno d’oggi, accertata in maniera accurata la morte di una persona, si consegna la sua salma ai parenti. Successivamente gli addetti di un’agenzia di pompe funebri a Roma o di qualsiasi altra località, come ad esempio quelli della Cattolica San Lorenzo nella Capitale, provvederanno alla preparazione del corpo del defunto per il suo viaggio verso il luogo di sepoltura prescelto. Una procedura collaudata e fatta di diverse fasi.

Tuttavia, lungo i diversi secoli una paura ha sempre serpeggiato tra le persone: quella di essere sepolti vivi in una bara e quindi di essere considerati erroneamente morti, a causa di qualche diagnosi non accurata o magari di un momentaneo coma o stato di catalessi. Tale paura prende il nome di Tafofobia e da questa ne sono scaturite anche opere letterarie e pittoriche di successo, oltre che naturalmente sistemi o bare di sicurezza, che evitassero questo genere di accadimento.

La sepoltura da vivi nell’arte

Nella letteratura, a trarre ispirazione da questo genere di paura (molto diffusa nei secoli XVIII° e XIX°) fu Edgar Allan Poe che, nel 1844, pubblicò il racconto The premature burial o La sepoltura prematura, che raccontava appunto di un episodio di questo genere. Tuttavia, ne accennano anche altri scrittori, quali Gustave Flaubert in Rabbia impotente o Clark Ashton Smith in La seconda sepoltura.

Anche la pittura ha descritto in maniera molto efficace e potente la tafofobia. Ne è testimonianza il dipinto, dal titolo L’Inhumation précipitée, realizzato intorno alla metà dell’800 da Antoine Wiertz, in mostra in un museo di Bruxelles. La tela presenta una persona, con la faccia atterrita ed inorridita, che esce da una cassa deposta in una fossa comune e attorniata da altre bare, ossa e funi.

I sistemi inventati nel corso dei secoli per evitare sepolture erronee

Proprio a causa della paura di essere considerati morti e di conseguenza essere rinchiusi ancora vivi ma momentaneamente incoscienti in una bara, nel corso del tempo sono stati inventati diversi sistemi di allarme o di “sopravvivenza” e, negli ultimi anni, addirittura anche le cosiddette bare di sicurezza o safety coffins. Inizialmente furono escogitati elementari sistemi con differenti mezzi di segnalazione.

Tra questi, delle corde legate al corpo del defunto e che erano collegate a loro volta a delle campanelle, che potevano essere suonate in caso dal presunto morto. Un altro sistema escogitato era quello di una bara con un coperchio collegato ad una molla, che poteva farlo sollevare o saltar via. Tuttavia, tale metodo era utilizzabile soltanto prima della sepoltura vera e propria. Ulteriori invenzioni prevedevano addirittura tubi per il rifornimento di cibo, delle scale o dei fuochi di segnalazione.

Col miglioramento della tecnologia e l’avvento della modernità, alcune aziende hanno realizzato bare di sicurezza dotate di svariati sistemi di allarme e sopravvivenza. A parte quindi strumenti di segnalazione, vi sono anche mezzi per la respirazione con ossigeno, per il controllo del battito cardiaco e per un’eventuale sua stimolazione. Infine, non mancano neanche una torcia elettrica ed un interfono. Svariati mezzi e strumenti che potrebbero servire per la segnalazione e la sopravvivenza di un individuo in circostanze estreme.

Fortunatamente, al giorno d’oggi, considerando la tecnologia avanzata e l’accuratezza dei controlli medici, risulta alquanto difficile che si verifichino casi di seppellimento prematuro di una persona creduta morta. Tuttavia, la tafofobia risulta essere sempre una delle paure più radicate tra le persone.