Alimentazione

Trota marmorata: sulla strada giusta con controllo qualità genetica

La nuova strategia nella gestione in Alto Adige della principale specie ittica autoctona, la trota marmorata, dal 2017 si è avvalsa del progetto tecnico-scientifico di supporto per la genotipizzazione delle trote nei principali corsi d’acqua altoatesini MarmoGen, conclusosi nel settembre 2020. Il progetto MarmoGen, è stato realizzato in collaborazione tra il Centro tutela specie acquatiche dell’Agenzia Demanio provinciale, l’Ufficio caccia e pesca, il Centro ricerca e innovazione della Fondazione Edmund Mach e numerose Associazioni di pesca ed acquacoltori. I risultati del periodo 2017-2019 di tale progetto, cofinanziato con i fondi ambientali, mostrano uno scenario di luci ed ombre.

Primi segnali di successo

“Benché attualmente il trend dei popolamenti selvatici di trota marmorata sia negativo, si osservano però anche segnali di successo”, fa presente l’assessore provinciale all’agricoltura e foreste Arnold Schuler. Nell’ambito del progetto MarmoGen sono stati catturati riproduttori selvatici, geneticamente selezionati, e quindi poi rilasciati in fiumi e torrenti ogni anno per essere “munti” e incrociati applicando modalità di allevamento secondo natura. Le analisi genetiche sono necessarie perché otticamente le varietà di trote spesso non si distinguono ad occhio nudo. L’obiettivo è quello di garantire la sopravvivenza nei corsi d’acqua locali alla trota marmorata. Il progetto sarà proseguito ora con MarmorGen II, che prenderà il via a fine ottobre 2020 con il prelievo di esemplari selvatici.

Situazione positivi nei tratti terminali di Isarco e Adige

Nel periodo 2017-2019 sono stati analizzati 4.540 esemplari di trote, campionate in 75 tratti fluviali in Alto Adige. Nonostante siano presenti ovunque fenomeni di ibridazione con la trota fario, nella maggior parte dei corsi d’acqua indagati è stata riscontrata la presenza di trote marmorate prive di segnali di introgressione. Le differenze tra i siti sono enormi, considerando che la percentuale di trote marmorate valutate geneticamente integre varia da 0 a ben il 54% del popolamento totale. Tra tutte le acque analizzate, spiccano in senso positivo i tratti terminali dei fiumi Isarco e Adige: secondo le analisi genetiche il popolamento si compone qui di oltre un terzo di trota marmorata e due terzi di ibridi e trote fario.

9.000 trote marmorate pure

“Dalla combinazione dei risultati genetici con i dati di censimento dell’Ufficio caccia e pesca, la densità residua della trota marmorata, ovvero di soggetti privi di segnali di ibridazione, può essere approssimativamente stimata a circa 9.000 capi per il principale areale di distribuzione della specie (600 ettari di alveo bagnato) a livello provinciale”, fa presente Daniel Eisendle, responsabile del progetto MarmoGen presso il Centro tutela specie acquatiche. A causa del processo di cambiamento lungo e complicato nelle modalità di gestione degli impianti ittiogenici, serviranno ancora alcuni anni prima che gli effetti positivi in campo possano essere visibili su tutto il territorio. Nelle attuali circostanze, la semina di uova o novellame si rende necessaria, ma dovrà essere accompagnata da misure di rinaturalizzazione dei corsi d’acqua per favorire la riproduzione naturale.