Salute

Dolori alla schiena: consigli su come mitigare i disturbi

Stare confinati in casa ha avuto tante conseguenze negative, anche per la salute psico-fisica. Quasi una persona su due ritiene che sintomi come mal di schiena, cervicalgia e dolori alle articolazioni siano peggiorati proprio durante il lockdown. Già prima, 3 italiani su 4 dichiaravano di avere il mal di schiena. Ora la problematica è aumentata nel 40% dei casi. Stare quasi sempre seduti o stesi, posture spesso scorrette, sino ad un’attività fisica a volte inappropriata. A fotografare la situazione un’indagine condotta da Assosalute su un campione rappresentativo di mille italiani. Gli esperti forniscono consigli su come mitigare i disturbi.

La metà degli intervistati ha dichiarato di avere dolori alla schiena, che è stata ed è la più colpita, seguita dal collo, dalle articolazioni inferiori e superiori. Tra le cause principali dell’aumento dei dolori c’è la sedentarietà (secondo il 44% di loro), posture scorrette (34%), e alcuni attribuiscono un ruolo anche all’aumento di peso (24%). “Tra le cause non bisogna dimenticare, poi – ha sottolineato Roberto Pozzoni, responsabile del Centro di traumatologia dello sport dell’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano – il frequente ricorso all’attività fisica a casa e allo stretching fai da te, che non sempre rappresentano la scelta ottimale, soprattutto se non si procede con gradualità”. Lo stesso vale per uno sforzo eccessivo nelle faccende o nei lavori domestici. “Mentre non ritengo che un aumento di peso di qualche chilo, non più di 3 o 4 -evidenzia l’esperto – sia stato determinante nel peggiorare i sintomi”.

Per affrontare mal di schiena, cervicalgie e altri dolori il primo rimedio è essere consapevoli e cambiare postura e movimenti corporei scorretti. “Se si lavora o si studia per molte ore, seduti o davanti al computer, da casa come in ufficio è bene alzarsi in piedi ogni tanto, regolarmente, fare qualche passo e se possibile qualche semplice movimento di allungamento”. Tra i movimenti, ci sono abduzioni e adduzioni delle braccia, ovvero avvicinare e allontanare le braccia tese verso la testa e il busto.

“Quando si è davanti al computer è molto importante il ‘come’ si sta seduti – aggiunge l’esperto in un’intervista su Repubblica – bisogna infatti tenere i piedi per terra, in modo che le ginocchia disegnino un angolo di 90°. Ma la regola dei 90° vale per tutte le articolazioni, anche fra bacino e busto e fra avambraccio e braccio. Gli avambracci devono essere poggiati sul tavolo per non gravare sulle spalle e causare cervicalgie o cervicobrachialgie, con sintomi vari fra cui anche formicolii alle mani”. La schiena dovrebbe essere quanto più possibile dritta e poggiata allo schienale. Riguardo alla postazione, l’ideale è una sedia ergonomica, se si può. “La testa, poi, non dovrebbe essere inclinata e lo sguardo dovrebbe essere diretto verso la parte superiore del computer questo per evitare un’iperestensione o un’iperflessione del collo”.

“Riprendere anche l’esercizio fisico è un’ottima scelta” sottolinea Pozzoni. “Ma bisogna farlo molto gradualmente. Un’attività assolutamente da consigliare è la bicicletta o la cyclette. Anche in questo caso bisogna però prestare attenzione alla postura e assicurarsi che il sellino non sia né troppo alto né troppo basso, per non sovraccaricare le ginocchia, e che il manubrio sia alla giusta distanza, in modo che non pieghiamo eccessivamente la schiena”. Se si fa attività fisica in casa guardando dei video l’ideale sarebbe scegliere esercizi quanto più possibile semplici. “Ad esempio il piegamento e l’allungamento di braccia e gambe e altri esercizi di stretching e di rinforzo muscolare ma sarebbe buona norma osservare prima chi fa l’esercizio e poi guardarci bene mentre lo svolgiamo, perché altrimenti il rischio è che un movimento fatto male possa causare dolori alla schiena”. Da non dimenticare, infine, gli addominali. Sono importanti per rafforzare la muscolatura e proteggere l’ultimo tratto della colonna, quella lombare, che sopporta il maggior carico.

Quando i rimedi non sono sufficienti o i dolori sono forti, è opportuno rivolgersi al medico. Ricorrere all’automedicazione non è la scelta ideale soprattutto se dopo 2-3 giorni i dolori persistono o se i sintomi peggiorano.