Attualità

Sacro Monte Varese: a conclusione restauro Fuga in Egitto di Guttuso

Quasi terminato il restauro della Fuga in Egitto, l’opera pittorica muraria realizzata nel 1983 da Renato Guttuso. È situata al di fuori della Terza Cappella del viale del Sacro Monte di Varese. L’intervento, iniziato nel dicembre 2020, si è reso necessario a causa della continua esposizione agli agenti atmosferici.

Il restauro conservativo è finalizzato a sanare queste criticità e a garantire un’ottimale conservazione dell’acrilico. L’opera è di proprietà della Parrocchia del Sacro Monte di Varese. Il Santuario e tutto il complesso monumentale del Sacro Monte, sono coordinati dall’arciprete don Sergio Ghisoni. L’assessore all’Autonomia e Cultura della Regione Lombardia, Stefano Bruno Galli ha visitato di persona il luogo per constatare l’esito dell’operazione.

“Esprimo grande soddisfazione – ha dichiarato Stefano Bruno Galli – per la realizzazione di un intervento che Regione Lombardia ha sostenuto convintamente e concretamente sin dall’inizio. Il restauro della biblica ‘Fuga in Egitto’ di Renato Guttuso restituisce, non solo a Varese e ai lombardi, l’opera più inattesa, la più celebre e sicuramente la più recente del sito Unesco del Sacro Monte, che vanta una tradizione plurisecolare di arte e devozione”.

Il restauro è finanziato da Regione Lombardia e da Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte. Diretto dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio Lombardia Occidentale delle province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio, Varese è guidato dall’architetto Giuseppe Stolfi. È inoltre presieduto da monsignor Giuseppe Vegezzi.

La supervisione scientifica è stata affidata alla restauratrice Sonia Segimiro e a Mari Mapelli del segretariato regionale del MiC. Il coordinamento del progetto è stato realizzato in collaborazione con segretariato regionale del Ministero della Cultura guidato da Francesca Furst.

“Come disse Guttuso dopo l’ultimazione del suo affresco epico e intimo al tempo stesso, riportato ora all’originale splendore cromatico che ne esalta la composizione prospettica enfatizzandone l’universale messaggio simbolico – ha commentato Galli ricordando l’artista – si trattò di ’un’esperienza rara, unica’ per l’artista”.

“Un’opera realizzata dal vivo, in presenza si direbbe oggi, che nel 1983 – ha precisato – attirò un pubblico crescente, benché sempre discreto, che saliva al Monte per vedere il realizzarsi all’aperto del gesto artistico che resta, al pari di una preghiera, l’atto più intimo e autentico di ogni pittore”.

“L’Assessorato che ho l’onore di guidare – ha continuato l’assessore Galli – è impegnato sin dall’inizio dell’emergenza sanitaria a sostenere la ricchissima offerta culturale lombarda. Continuerà a farlo, soprattutto con l’obiettivo di incentivare gli investimenti per potenziare l’attrattività dei luoghi e degli istituti della cultura”.

“L’attrattività – ha ribadito – poggia infatti, in prima istanza, sulla valorizzazione del patrimonio culturale, per preservarne la qualità e incoraggiare nuove visite. Per molto tempo ancora i frequentatori dei siti culturali lombardi saranno infatti espressione della domanda interna. Nell’ambito della quale sono fondamentali la curiosità e il desiderio di riscoprirli. Questa è la vera sfida”.

“Intendo quindi proseguire senza esitazioni – ha concluso Galli – nella politica di valorizzazione di ogni sito Unesco e dei quasi venti riconoscimenti lombardi complessivi. L’obiettivo è infatti quello di realizzare, attraverso la rete dei siti Unesco in Lombardia, una sorta di carta d’identità culturale. Carta declinata al plurale, della nostra grande Regione”.