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Medici, Dattolo: “In Italia uno su quattro trascura salute per turni lavoro massacranti”

“Oggi un medico ospedaliero su quattro rinuncia alla sua salute per turni di lavoro massacranti e, in generale, cresce la disaffezione dei più giovani alla professione. Bisogna invertire in fretta questo trend”. Lo ha affermato il presidente dell’Ordine dei Medici di Firenze, Pietro Dattolo, intervenendo in occasione dell’VIII Congresso Anaoo Assomed Toscana, che ha sancito la nomina del nuovo Segretario regionale, il dott. Gerardo Anastasio. Dattolo si riferisce, in particolare, alla recente indagine condotta dall’Istituto Piepoli per Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, che ha mostrato come i medici più giovani siano quelli più propensi ad abbandonare la professione e ad aspirare ad una “pensione anticipata”

“Grazie a Flavio Civitelli – ha detto Dattolo in apertura del suo discorso – per tutto quello che ha fatto per la nostra professione in questi anni e un augurio di cuore a Gerardo per il grosso impegno che lo attende. Siamo però tutti preoccupati: i medici non se la passano molto bene e se i medici non se la passano bene, per le persone non sono garantite cure di qualità”.

“In Toscana – prosegue il presidente – solo nell’ultimo anno il 3% dei medici ha lasciato volontariamente il posto di lavoro nel servizio pubblico. In Italia, tra il 2020 ed il 2021, ci sono state 8000 dimissioni volontarie e altri 12.645 medici non sono più in servizio (per pensionamento, decesso o invalidità). Il sistema è in grave difficoltà quindi, non solo per il naturale turnover dei medici anziani, ma soprattutto per la fuga dei giovani medici dagli ospedali verso situazioni meno gravose e con meno rischi apparenti. Dobbiamo chiederci perché succede questo”.
“Un’insoddisfazione professionale – continua Dattolo – che cresce senza sosta: turni massacranti, mancato riposo e possibilità di carriera sempre più ridotte sono i fattori alla base. Il 60% dei medici ospedalieri dichiara inoltre di non poter più conciliare la famiglia con l’attività lavorativa”.

Il rischio conseguente è il collasso del Servizio Sanitario Nazionale, sia in termini di qualità che di disponibilità delle cure. “Urge cambiare qualcosa in fretta – conclude Dattolo – lottando per alleggerire e premiare il lavoro dei medici, scongiurando così l’impoverimento, già in corso, del servizio pubblico. La posta in palio è un sistema sanitario pubblico che garantisce cure universali: non è una questione di poco conto”.