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Disabilità in Umbria: per la presidente dell’Osservatorio regionale serve un percorso condiviso e partecipato

“Per superare ed eliminare gli ostacoli che si frappongono alla reale inclusione e accessibilità universale per ogni ambito e aspetto di vita della persona, c’è ancora un lavoro importante da fare”: lo sostiene la presidente dell’Osservatorio regionale per la disabilità, Paola Fioroni, evidenziando che “l’innovazione sociale poggia su soluzioni e modelli innovativi creati per offrire risposte efficaci alle problematiche più pressanti per la società e per i nuovi bisogni. Ed è proprio su questi temi stringenti legati al mondo delle disabilità, che i membri dell’Osservatorio avranno a breve modo di confrontarsi con il ministro Alessandra Locatelli, per poter condividere ed anche suggerire percorsi e priorità di azione”.

“Il contesto che viviamo è epocale per complessità, ma ha anche in se’ delle nuove sfide che bisogna saper affrontare e trasformare in opportunità” – ha detto Paola Fioroni, ricordando che lo scorso 28 febbraio l’Assemblea Legislativa della Regione Umbria ha approvato all’unanimità il Disegno di Legge ‘Disposizioni in materia di amministrazione condivisa’.
Per Fioroni infatti, “è innegabile che lo scenario nel quale si sviluppa l’innovazione sociale è caratterizzato da una serie di tendenze strutturali che stanno radicalmente cambiando il modo di vivere, come l’invecchiamento della popolazione, la disoccupazione (in particolare giovanile), le diseguaglianze, la ricerca di appropriatezza negli ambiti sanitari e sociali con la loro integrazione. L’innovazione sociale quindi, muovendo dal basso, tende ad attribuire un ruolo preminente agli attori della società civile e alle forme spontanee dell’auto-organizzazione. Allo stesso tempo, tuttavia, l’attore pubblico riveste una funzione strategica nell’orientare, mobilitare e negoziare gli spazi d’azione che si aprono all’innovazione sociale”.

“Come Presidente dell’Osservatorio – conclude – unendomi all’approvazione corale per questa norma che recepisce del resto linee guida nazionali ed europee, confido ed auspico che la formazione e la condivisione che ne seguiranno sui territori servirà per alzare l’asticella sulla tutela dei diritti delle persone con disabilità, ma anche di tutti coloro che ne garantiscono l’assistenza, aumentando il livello di innovazione e sostenibilità sociale. Co-programmare e co-progettare deve garantire partecipazione dei portatori d’interesse delle loro famiglie nella logica di realizzare tutti quelle azioni necessarie ed efficaci a sostenere il progetto di vita di ogni persona, superando finalmente, anche tanti ostacoli burocratici e difficoltà di realizzazione come sta accadendo in tutta Italia sul Dopo di Noi”.