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Le filiere come nuova strategia di sostegno alle imprese lombarde

Regione Lombardia attua una nuova strategia di sostegno alle imprese puntando sul consolidamento delle filiere, ovvero agevolando i rapporti tra mondo produttivo, mondo accademico e scientifico e istituti formativi per la creazione di veri e propri ecosistemi produttivi. Attraverso una manifestazione di interesse, Regione ha già individuato 35 filiere in Lombardia che complessivamente coinvolgono 706 soggetti tra imprese, università, centri di ricerca e istituti di credito.

Con questa misura, Regione riconosce e sostiene il rafforzamento e la competitività delle filiere produttive e di servizi, prevedendo iniziative specifiche e finanziamenti a supporto dei diversi comparti. Mediamente il ‘partenariato’ si compone di 20 soggetti che, spesso, fino a poco tempo fa non si parlavano tra di loro, al massimo si incrociavano sul campo scambiandosi beni e servizi. Oggi invece sono coinvolti in una scelta di sistema che prevede l’individuazione di percorsi comuni di medio-lungo termine.

Nei giorni scorsi il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Guido Guidesi, hanno incontrato a Palazzo Lombardia i rappresentanti delle filiere. All’incontro sono intervenuti anche il vicepresidente e assessore al Bilancio, Marco Alparone, e gli assessori regionali Barbara Mazzali (Turismo, Marketing territoriale e Moda) e Giorgio Maione (Ambiente e Clima).

Presidente Fontana

“La strategia – ha evidenziato il presidente Fontana – è intervenire laddove c’è la possibilità di migliorare ulteriormente la qualità delle singole filiere. Le aziende apprezzano questo metodo e questo sostegno che porterà benefici al mondo produttivo lombardo“.

Assessore Guidesi

“Siamo convinti – ha sottolineato l’assessore Guidesi – che una pianificazione strategica settoriale ci consentirà di anticipare i tempi e di certificare le nostre leadership. Capofila, fornitori, università e centri di innovazione insieme verso il futuro con il sostegno di Regione. Un futuro che può diventare ancor più competitivo attraverso la condivisione“.

Stefano Binda, Cna Lombardia

“Con le filiere la Lombardia ha raggiunto un nuovo livello di maturità nelle politiche industriali per lo sviluppo. Un modello che guarda all’Europa e in particolare ai motori d’Europa di cui la Lombardia fa parte. Territori e imprese di settori contigui potranno dialogare e fare investimenti insieme. Una politica questa che desta grande interesse all’interno del tessuto economico-sociale lombardo”.

Francesco Svelto, rettore Università di Pavia

“C’è apprezzamento per questa misura e per la strategia che viene portata avanti. Nella mia idea di sviluppo dell’Università di Pavia c’è la volontà di favorire l’incontro tra gli ambiti della ricerca e le imprese, agevolando opportunità per gli studenti e per le stesse aziende che entrano in contatto con i talenti. Le filiere sono opportunità per il futuro da sfruttare anche in chiave internazionale, aumentandone la visibilità”.

Roberto Vavassori, Cda Brembo

“La co-progettazione tra Regione e aziende porta al consolidamento delle filiere, ovvero strumenti di competitività allargata di cui nell’automotive abbiamo particolare necessità. Il nostro giudizio quindi è positivo“.

Filiere Lombardia: innovazione e sostenibilità

I soggetti che hanno risposto alla manifestazione di interesse sono presenti in tutte le 12 province lombarde. Di questi l’86% dichiara come obiettivo quello dell’innovazione e della sostenibilità e il 34% ha per oggetto un progetto specifico di sostenibilità ed economia circolare.

Filiere Lombardia: un progetto europeo

Il sostegno alle filiere nasce da una strategia di politica industriale a carattere europeo. Il percorso è figlio di un indirizzo adottato a Bruxelles dal commissario Thierry Breton che ha scelto 14 ecosistemi strategici su cui concentrare l’azione. Regione Lombardia ha aggiunto alla ricetta europea un grado di flessibilità, lasciando libertà agli imprenditori di manifestare i propri progetti anche al di là dei settori ‘privilegiati’ dall’Europa.