Salute

Il colesterolo buono non esiste: i risultati di uno studio di Atlanta

Il colesterolo buono da contrapposto a quello cattivo non esiste. Gli studiosi americani hanno presentato una ricerca al congresso della Società europea di cardiologia (Esc) a Monaco di Baviera. Viene posto il dubbio che un valore elevato di HDL nelle analisi del sangue sia sinonimo di cuore e arterie protette. “Da anni ci ripetiamo che un livello alto di colesterolo HDL ci protegge. Ma i risultati della nostra indagine smentiscono questo luogo comune”. Marc Allard-Ratick non ha dubbi. A parlare è il primo ricercatore della Emory University School of Medicine di Atlanta.

Il colesterolo buono: gli studi

Quando la concentrazione di colesterolo HDL supera i 60 milligrammi per decilitro di sangue, raddoppia il rischio di infarto, attacco cardiaco o morte improvvisa. Questo è legato a cause cardiovascolari rispetto a valori di HDL inferiori, compresi tra 41 e 60. HDL indica le lipoproteine ad alta densità, che erano considerate sino al momento un fattore positivo perché le HDL allontanano il colesterolo dal sangue e dallo spessore delle arterie e lo riportano al fegato, da dove viene smaltito. Chi presenta bassi livelli di colesterolo HDL ha un rischio aumentato di andare incontro ad arteriosclerosi. Si riteneva che l’esatto contrario, e cioè un livello elevato di colesterolo HDL, fosse utile per sgrassare il sangue.

Lo studio è stato condotto nell’ambito dell’Emory Cardiovascular Biobank. Presa in considerazione la relazione tra i livelli di colesterolo HDL e il rischio di infarto e morte improvvisa per cause cardiovascolari in 5.965 individui. La maggioranza dei soggetti studiati aveva una cardiopatia pregressa. L’età media dei partecipanti era di 63 anni. Il 35% era di sesso femminile. Le osservazioni sono risultate coerenti anche dopo avere escluso altri fattori di rischio per malattie cardiache: diabete, fumo, concentrazione di colesterolo “cattivo“ a bassa densità di lipoproteine (LDL), assunzione di alcool, familiarità e profili ormonali.

Il colesterolo buolo HDL non vale per tutti

Allard-Ratick, alla luce dei risultati presentati al congresso Esc di cardiologia, ha concluso che: “una cosa è certa. Forse il mantra del colesterolo buolo HDL non vale per tutti”. Sono necessarie ulteriori ricerche per chiarire i meccanismi. Ma perché il colesterolo buono può diventare improvvisamente cattivo? “Sebbene al momento la risposta sia sconosciuta una possibile spiegazione è che la lipoproteina HDL in quantità elevate potrebbe nascondere una disfunzione, insomma, invece di proteggere dalle patologie cardiovascolari finisce per perdere colpi”.

I risultati potrebbero spiegare perché ripetuti trial di farmaci che potenziano le HDL non sono riusciti a ridurre l’incidenza delle malattie cardiovascolari. Un elemento cruciale nella terapia con statine è costituito dall’insorgenza di effetti collaterali indesiderati. Studi clinici dimostrano che fino al 20% dei pazienti avviati alla terapia con le statine può sviluppare reazioni avverse come mialgie, contrazioni muscolari spastiche improvvise, epatopatie e cefalea, che rendono impossibile la prosecuzione della cura. Quando il medico di medicina generale inizia a prescrivere statine per il colesterolo dovrebbe sempre dare appuntamento a distanza di un mese con le analisi, ma a volte questo accorgimento viene trascurato.