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Anche gli Stati Generali della Salute della Toscana approvano lo psicologo di base

Lo psicologo di base per tutti i toscani. La proposta avanzata dall’Ordine degli Psicologi della Toscana è stata accolta e approvata dagli Stati Generali della Salute. L’annuncio durante l’iniziativa conclusiva del percorso di partecipazione che si è svolta a Firenze al Cinema Teatro La Compagnia, alla presenza del ministro della Salute Roberto Speranza. L’Ordine ha inviato il proprio contributo agli Stati Generali della Salute per il miglioramento della salute nella regione Toscana, presentando il progetto dello psicologo di assistenza primaria nelle case della salute, a favore della multiprofessionalità socio-sanitaria nei territori regionali. Il progetto è stato accolto dalla III commissione del Consiglio Regionale, l’assemblea toscana poi ha approvato una risoluzione per la creazione di un servizio psicologico di prossimità e per mettere la salute psicologica al centro della discussione e del dibattito pubblico. La proposta ha stimolato la presentazione del progetto di Legge della Regione Toscana sullo psicologo di base.

“Siamo orgogliosi di aver dato il nostro contributo e soddisfatti che sia stato accolto: lo psicologo di base è una priorità per il benessere dei toscani” afferma Maria Antonietta Gulino, presidente dell’Ordine degli Psicologi della Toscana. “La richiesta di assistenza psicologica, dai bambini agli anziani, è aumentata, soprattutto dopo due anni di pandemia: questo servizio diventa quindi fondamentale”.

Secondo il report stilato dall’Ordine regionale, prendendo in esame il periodo compreso tra marzo 2020 e febbraio 2022, la pandemia ha generato un aumento delle richieste da parte dei pazienti per il 69% degli psicologi toscani, rispetto all’era pre-Covid. “Ma a fronte di un aumento dei disagi dei cittadini e di richieste di aiuto, il servizio psicologico pubblico ad oggi è molto carente: negli ultimi 15 anni gli psicologi sono stati ridotti del 50% e al momento il turn over è bloccato, nonostante le graduatorie regionali dei concorsi degli ultimi due anni” ricorda Gulino. “Le liste d’attesa per un appuntamento con lo Psicologo del servizio pubblico diventano sempre più lunghe. Ci sono alcune Asl che hanno in servizio un solo psicologo: non era accettabile prima della pandemia, è impensabile ora”. Da qui l’appello: “E’ necessario che nella regione Toscana venga aumentata la presenza di psicologi nel servizio pubblico perché il diritto alla salute, anche psicologica, è un diritto di tutti”.

Tra le indicazioni del documento finale redatto dagli Stati Generali della Salute, che è stato consegnato al ministro Speranza, il potenziamento del Dipartimento di Prevenzione, anche a livello di risorse umane, valutando il reclutamento di ulteriori professionalità anche in accordo con le Università toscane, e la riqualificazione e il potenziamento dei servizi relativi alla salute mentale e dipendenze. Secondo il report dell’Ordine sugli effetti della pandemia, a soffrire maggiormente di una diffusa condizione di malessere è stata in particolare la fascia degli adolescenti, che fa segnare una crescita regionale delle richieste per l’81% dei professionisti campionati. Sintomi ansiosi, problemi relazionali, sintomi depressivi, autolesionismo e disturbi del comportamento alimentare sono le questioni rimaste sul tavolo, tutt’altro che agili da districare.

In Toscana, la pandemia ha inoltre impattato negativamente sulle problematiche psicologiche esistenti, acuendole ed estendendole. Fra le diverse problematiche riscontrate, il 56,3% degli psicologi ha indicato la sintomatologia ansiosa, il 17,3% la sintomatologia depressiva e il 14% problemi relazionali. A seguire, circa il 5% riporta di fobie sociali e/o scolari e circa il 3% rileva situazioni di disturbo del comportamento alimentare. Nella scala delle principali preoccupazioni riportate campeggiano la paura del futuro, indicata dal 40% degli psicologi, il timore dell’abbandono e della solitudine rilevata dal 26,9%, paura delle malattie e della morte dal 15,2%, paura per le relazioni extrafamiliari dall’8,8%, paura per i propri familiari dal 6,6% e paura di perdere il lavoro dal 2,1%.